mercoledì 22 agosto 2012

Sulla recessione attuale

Un sistema economico che ha avuto successo nell’andare oltre il livello di sussistenza produce nella sua fase di sviluppo una quantità crescente di eccedenze.
La distribuzione delle eccedenze ai soggetti economici, pubblici e privati, avviene tramite sistemi di ripartizione che mediano logiche economiche (contributo alla produzione di merci e servizi) e logiche politiche (politica monetaria, creditizia e fiscale e sistema regolamentare pubblico, che hanno innumerevoli ramificazioni ed effetti su costi e ricavi e quindi sui redditi). Tale ripartizione si concretizza nel sistema dei redditi: salari, profitti, rendite finanziarie e rendite immobiliari.

L’aumento della complessità del sistema socio-economico, data dallo sviluppo e dalle innovazioni tecnologiche e organizzative provoca nel tempo anche un aumento del peso delle logiche politiche nel determinare la distribuzione delle eccedenze. Contemporaneamente crescono sino a raggiungere valori cospicui le ricchezze che si accumulano nelle mani dei soggetti economici meglio posizionati nella gerarchia della distribuzione.
E’ una tendenza connaturata ad ogni individuo od organizzazione dotata di mezzi, quella di cercare di trasformare il proprio potere economico (ricchezza) in potere politico attraverso forme di finanziamento, lecito o illecito, a partiti o a singoli uomini politici.
Il risultato di questa trasformazione del potere economico in potere politico è una continua modifica degli effetti delle decisioni di politica monetaria, creditizia, fiscale e regolamentare sui redditi e le spese di tutti i soggetti economici, a vantaggio di quelli che hanno la capacità di attuarla con successo a proprio favore.
Non vi è limite teorico alla azione redistributrice che la ricchezza può svolgere, per via politica, a proprio vantaggio e per il proprio incremento, se non nella capacità del sistema economico di produrre eccedenze.

Affinchè il sistema economico continui a produrre eccedenze è necessario che la ricchezza venga rimessa in circolo tramite decisioni di investimento produttivo o di consumo, da parte di coloro che la detengono.
Ora la volonta di spendere è correlata al reddito e al patrimonio e la volontà di investire nella produzione alla prospettiva di realizzare vendite e quindi ricavi sufficienti a rendere conveniente l’investimento.
Via via che la ricchezza si concentra nelle mani dei soggetti economici più abbienti solo il consumo dei beni di lusso ha buone probabilità di crescere e solo l’investimento nella produzione di beni di lusso offre quindi adeguate garanzie di un profitto.
Quindi in definitiva la capacità del sistema di produrre e generare ancora eccedenze dipende sempre più dalla propensione dei facoltosi a consumare beni di lusso.
La crescita del consumo dei beni di lusso incontra però il limite fisico della capacità di consumo di un numero sempre più limitato di persone sulle quali la ricchezza si va accentrando.
Oltrepassato un certo limite nella concentrazione della ricchezza, la possibilità di una recessione permanente, o depressione, dell’economia, per insufficienza di consumi e investimenti produttivi, appare quindi molto probabile, ed è destinata a continuare fino a quando non si inverta la tendenza ad accentrare la ricchezza nelle mani di un numero sempre minore di individui.

Due volte nella storia dell’ultimo secolo il mondo si è venuto a trovare nella condizione di recessione permanente dovuta ad una eccessiva concentrazione della ricchezza.

La prima volta fu nel secolo scorso a partire dalla crisi del 1929.
Furono necessari la seconda guerra mondiale e gli anni della ricostruzione, con la minaccia incombente del comunismo sovietico per attuare la redistribuzione dei redditi necessiaria per stimolare di nuovo lo sviluppo. La forza agente della redistribuzione fu il settore pubblico, prima tramite le spese militari, per l’emergenza bellica, poi promuovendo lo stato sociale ed i redditi da lavoro, per contrastare l’influenza politica del comunismo sovietico (fino al 1956, nel pieno degli anni della ricostruzione, l’economia sovietica crebbe più velocemente di quella occidentale).

La seconda volta è oggi a partire dalla crisi del 2007.

Non mancano precedenti storici ed analisi di storici ed economisti per capire meglio la grave situazione in cui ci troviamo ed elaborare rimedi. Questo blog è impegnato in questo lavoro di comprensione. La elaborazione dei rimedi compete alla politica.

Nessun commento:

Posta un commento