lunedì 13 agosto 2012

Produzione e distribuzione della ricchezza nel mondo antico - Parte 1

Questo post in più parti è una traduzione commentata di alcuni brani del saggio di Michael Hudson History Of Debt And Property From The Ancient East .

Premessa

In tempi di crisi urta la coscienza l’evidenza di una crescente disparità di condizione tra abbienti ed esclusi. Produzione e distribuzione della ricchezza seguono logiche distinte.
Si lavora molto per distribuire a proprio vantaggio, criminosamente o semplicemente perchè trasferire ricchezza senza produrla spesso è legittimo e parte del gioco economico.
La crisi del debito imperversa come spauracchio per il futuro e nemesi di anni di sprechi.

Su questi assilli del presente un saggio di Michael Hudson, History Of Debt And Property From The Ancient East, ci offre temi di riflessione in una prospettiva storica insolita, dalla Mesopotamia delle origini alla antichità classica greca e romana. Le sue argomentazioni, frutto del lavoro di ricerca suo e di altri studiosi delle civiltà del Vicino Oriente facenti parte del gruppo ISCANEE (International Scholars Conference on Ancient Near Eastern Economies) di cui Hudson è membro fondatore, offrono nuove interpretazioni sulle origini storiche delle principali pratiche economiche: commerciali, imprenditoriali e finanziarie.

Le implicazioni per il presente sono numerose.
Se è vero che l’agire economico ha motivazioni radicate profondamente nella natura umana e l’origine di determinati strumenti economici è rintracciabile sino dagli albori della civiltà è anche vero che le società si trovano a volte di fronte a crisi da cui nuovi sistemi di valori emergono vincenti rispetto ad altri, condizionando poi gli atteggiamenti e sviluppi futuri anche in campo economico.
Nel passaggio dall’epoca antica alla civiltà antica classica a cavallo della grande crisi della civiltà micenea dal XIII all VIII secolo aC, grandi cambiamenti sono intervenuti che hanno orientato poi le civiltà greco romane verso assetti sociali individualisti ed economie oligarchiche.

Dai toni di Hudson è evidente l’intento di dipingere un forte contrasto tra un mondo antico mesopotamico positivo, creatore dei valori e degli strumenti di base della civiltà e soprattutto attento a tenere sotto controllo gli squilibri che ne potevano comprometterne stabilità e prosperità, contro un mondo greco e romano progressivamente corroso da un egoismo individuale fuori controllo, che provocherà prima il ristagno e poi il crollo della antica civiltà classica dentro gli anni bui del Medio Evo.

Desta certamente perplessità un giudizio negativo tanto drastico nei confronti di una civiltà più che millenaria che è la culla della nostra cultura occidentale attuale. Alla luce delle difficoltà che attraversa attualmente l’occidente è però affascinante, anche se inquietante, questo sguardo su temi di crisi del mondo classico che, nelle parole di Hudson, sembrano rieccheggiare problemi del presente.

In questo post in più parti ne proponiamo la traduzione commentata dei brani più significativi.

Parte successiva : Introduzione

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