sabato 11 agosto 2012

Capitalismo finanziario e industriale - Parte 5

Questo post in più parti è una elaborazione molto libera di questo articolo di Michael Hudson From Marx to Goldman Sachs: The Fictions of Fictitious Capital a cui attinge(copia) numerosi contenuti.
La posizione di M. Hudson rappresenta una critica molto radicale del capitalismo finanziario internazionale egemonizzato dalle oligarchie finanziarie statunitensi e britanniche. Le sue analisi riguardano prevalentemente l'economia statunitense e molte considerazioni richiederebbero un adattamento al contesto europeo e italiano.


Puntate precedenti:
Parte 1 - Introduzione
Parte 2 - La discussione su quale ruolo produttivo e industriale avrebbe giocato l'alta finanza
Parte 3 - La simbiosi del capitale finanziario con il settore immobiliare
Parte 4 - Le scorrerie del capitale finanziario sull'industria

Il capitalismo dei fondi pensione

Le modalità di sfruttamento del lavoro praticate dal capitale finanziario vanno ben oltre quelle utilizzate dal capitale industriale, che lo impiegano per produrre beni da vendere con un profitto, e vanno ben al di là dei semplici prestiti usurari al lavoro (soprattutto mutui per le abitazioni).
La parte più “innovativa” delle tecniche di sfruttamento messe in atto dal capitale finanziario è stata l'appropriazione del risparmio dei lavoratori attraverso i fondi pensione e i fondi comuni.
Nel 1950, General Motors e altre grandi società si offrirono di contribuire ai fondi per pagare le pensioni in cambio di un rallentamento della crescita dei salari. Questa politica (che Peter Drucker con condiscendenza chiamò "socialismo dei fondi pensione") girò gli accantonamenti salariali a gestori professionali che acquistarono azioni e obbligazioni spazzatura ottenendo alti i rendimenti finanziari a breve - senza preoccuparsi di promuovere il finanziamento di capitale industriale che garantisse guadagni nel lungo periodo.

L’obiettivo fu quello di gestire i risparmi del lavoro su commissione, orientandolo a gonfiare i prezzi azionari e obbligazionari. In effetti, il risparmio dei fondi pensione diede il via ad una ascesa del mercato azionario (americano) a partire dagli inizi degli anni 60. Nel processo, essi fornirono a predoni aziendali e altri gestori finanziari i fondi da utilizzare contro il lavoro - e contro il capitale industriale stesso. I gestori dei fondi pensione hanno svolto un ruolo importante nell'industria dei titoli spazzatura negli anni 80. Essendo valutati e remunerati in base alle loro prestazioni ogni tre mesi, essi appoggiarono i predoni che cercavano di guadagnare velocemente ridimensionando il lavoro e trasferendolo all'estero in paesi con manodopera a basso costo.

Di norma, i gestori dei fondi pensione trovano la loro fortuna (nonché la sopravvivenza del loro lavoro) mentendo sull’uso che fanno dei risparmi pensionistici, investendoli non in modo da aumentare l'occupazione, migliorare le condizioni di lavoro e accrescere il capitale produttivo, ma facendo guadagni esclusivamente finanziari.

Nel frattempo, i principali venditori dei titoli acquistati dai fondi pensione sono stati i manager e i venture capitalist pronti ad "incassare" i guadagni delle loro scorreria con la vendita in un mercato alimentato principalmente dai risparmi dei lavoratori salariati. I fondi pensione in tal modo risultano svolgere un ruolo essenziale nel consentire ai capitalisti finanziari di realizzare i loro guadagni. Per i pensionati invece il destino è di rimanere alla fine in possesso di un sacco vuoto, poiché la vendita delle azioni necessaria per pagare i diritti pensionistici mano a mano che maturano, crea un deflusso di fondi dal mercato azionario che inverte la iniziale ascesa dei prezzi.

Il capitalismo dei "Money Manager" mira a finanziare la Social Security e il Medicare lungo linee simili, provocando l'invio di un nuovo tsunami di fondi pubblici verso il mercato azionario per la produzione di plusvalenze. La finzione attuariale è che i fondi pensionistici aziendali, statali e locali (e della Previdenza Sociale) investiti finanziariamente, possano crescere in modo esponenziale in misura sufficiente per pagare pensioni e assistenza sanitaria. Questo obiettivo in realtà non può essere soddisfatto, perché l'economia "reale" non è in grado di crescere al ritmo necessario per sostenere la crescita del servizio del debito. La diffusa consapevolezza di questo fatto ha portato alle manovre aziendali di minaccia di fallimento, se i sindacati non sono d'accordo nel sostituire prestazioni definite, con programmi di contribuzione definita, in cui tutto ciò che i dipendenti sanno è quanto è tolto dalla loro busta paga, non quello che finiranno col ricevere. General Motors è fallita a causa della sua incapacità di finanziare le pensioni garantite dai suoi piani a benefici definiti.

Gli oneri finanziari crescono in modo esponenziale, grazie agli interessi composti, oltre la capacità dell'economia di pagare. Le economie a bolla cercano di rinviare l’inevitabile crollo gonfiando i prezzi del settore immobiliare, delle azioni e delle obbligazioni, in misura sufficiente a consentire ai debitori di stipulare ulteriori prestiti per pagare i precedenti debiti impegnando a titolo di garanzia le proprietà i cui prezzi sono stati gonfiati. I governi cercano di equilibrare i loro bilanci privatizzando le imprese pubbliche, vendendo privilegi "di esazione dazi" a compratori che hanno alzato l'offerta del prezzo di acquisto ricorrendo alla leva del debito.

Un crollo si verifica nel momento in cui questa disparità è ampiamente riconosciuta. Per i banchieri, l'antidoto è quello di dare nuovo credito sufficiente a rigonfiare i prezzi di beni mobili e immobili, consentendo a nuovi acquirenti di prendere a prestito il credito per acquistare i beni da quelli inadempienti. Il Tesoro e la Federal Reserve americani, per esempio, invece di ridurre l'eccessivo indebitamento dell'economia degli Stati Uniti, hanno salvato le banche risparmiando loro una perdita sulla svalutazione del debito. Il sogno è quello di mantenere il regime dell'interesse composto in espansione all'infinito. Ma la pretesa che gli oneri sui capitali finanziari fittizi possano essere pagati deve essere lasciata cadere nel momento in cui i responsabili finanziari abbandonano la nave finanziaria che affonda . Il loro ultimo atto prima che la bolla scoppi è la pratica onorata da tempo di prendere i soldi e scappare - pagando a se stessi lauti bonus e stipendi, tesorerie aziendali (e salvataggi pubblici) permettendo.

Puntata successiva: Parte 6 - Conclusioni

Questo post in più parti è una elaborazione molto libera di questo articolo di Michael Hudson From Marx to Goldman Sachs: The Fictions of Fictitious Capital a cui attinge(copia) numerosi contenuti.

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