martedì 7 agosto 2012

Per quale scopo il rigore monetario?

Il dibattito in corso sulle politiche di austerità fiscale e di rigore monetario, predicate dal Fondo Monetario Internazionale ai paesi con un alto indebitamento, riguarda anche conflitti tra diversi gruppi di interesse economico che è bene esplicitare ed analizzare. Capitali industriali e capitali finanziari non risentono allo stesso modo degli effetti di una politica fiscale virtuosa e di una politica monetaria restrittiva. Cerchiamo di indagare sulle loro divergenze e sulle implicazioni per l'economia di un paese.

La moneta moderna
In tutti i principali sistemi economici attualmente esistenti nel mondo la moneta non ha un valore fisico intrinseco ma è un semplice titolo di credito emesso da uno stato sovrano.
In passato e fino al 1971 le monete metalliche erano coniate con metalli nobili e le banconote erano convertibili, su richiesta, in oro o argento. Oggi le banconote fisicamente non valgono neppure la carta e l’inchiostro con cui sono stampate. Le monete metalliche di norma valgono sempre molto meno del loro valore nominale. Sono gli stati sovrani a dare credibilità e valore alla loro moneta, in vari modi:
  • Accettandola per il pagamento delle tasse.
  • Stabilendo per legge che essa debba essere accettata dai creditori per estinguere qualsiasi debito (anche commerciale per l’acquisto di beni e servizi) denominato in essa e contratto nel territorio sotto la giurisdizione dello stato.
  • Regolando le nuove emissioni e la quantità di moneta in circolazione (offerta di moneta) evitando che un eccesso di moneta in circolazione provochi aumenti dei prezzi significativi, con conseguente perdita di potere d’acquisto delle monete già prima in circolazione e dei titoli di crediti in essere il cui valore nominale è espresso in moneta.

La creazione di moneta
Uno stato sovrano crea ed immette nuova moneta nel sistema economico finanziando parte delle proprie spese con la stampa cartacea o l’emissione elettronica di moneta da parte della banca centrale, invece che con gli introiti delle tasse o il ricorso al credito con emissione di titoli del debito pubblico.
L’emissione di moneta da parte di uno stato sovrano può avere effetti perniciosi o benefici sull’economia di un paese a seconda delle circostanze.
In modo del tutto simile alla irrigazione di una pianta essa può provocare rigoglio o marcescenza. Una economia solida con buona capacità produttiva e competitività viene stimolata da un aumento della circolazione monetaria che, accrescendo la domanda dei beni prodotti, remunera i capitali investiti nella produzione e stimola ulteriori investimenti produttivi.
In una economia malata o in affanno, con investimenti produttivi carenti e scarsa competitività, un aumento della circolazione monetaria si traduce invece o in un rapido aumento dei prezzi o nella importazione di prodotti da altri paesi più competitivi, con conseguente crescita dell’indebitamento nei confronti dell’estero.

Politica monetaria e interessi economici prevalenti
Gli effetti di una politica monetaria di un paese non sono però omogenei per tutti i soggetti che in quel paese hanno interessi economici.
Gli interessi di coloro che producono ricchezza reale investendo capitali in beni tangibili di produzione (capitale industriale) sono oggettivamente in contrasto con quelli dei detentori di capitali finanziari (moneta e altri titoli di credito).
Chi investe capitali nella produzione ha come interesse vitale vendere i propri prodotti a prezzi remunerativi e vede quindi con favore ogni politica che aumenti la disponibilità di moneta dei propri potenziali clienti.
Chi possiede ricchezza finanziaria, il cui valore è nominale, ha come interesse primario la difesa del potere di acquisto della moneta e cioè il contenimento del costo del lavoro e dei prezzi. Egli vede quindi con favore ogni politica che freni la disponibilità di moneta dei potenziali compratori.
Una politica economica di rigore fiscale, di difesa del valore della moneta, di bassi prezzi e bassi salari favorisce i possessori di capitale finanziario (creditori), poiché mantiene elevato il potere di acquisto reale della moneta. Una politica economica espansiva che produce inflazione e svalutazione della moneta favorisce invece i produttori di merci e servizi in particolare quelli esportabili.

I casi di Brasile e Messico
Sono significativi i casi del Brasile e del Messico negli anni 80 e 90 del secolo scorso.
In Brasile prevalsero gli interessi degli esportatori di zucchero e caffè e dell’industria manifatturiera e furono adottate politiche inflazionistiche con numerose svalutazioni del real.
In Messico ebbero la meglio gli interessi finanziari e le politiche economiche cercarono di difendere il valore del pesos.
La politica brasiliana diede risultati molto più soddisfacenti in termini di sviluppo della economia del paese.

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