lunedì 30 marzo 2020

Complicazione della psicologia

Teorema della sostanza La domanda chiave è: quando il vivente comincia a giocarsela? La ricerca storico-scientifica con logica inesorabile ci conduce a prendere atto che non esistono sostanze ma solo processi. Ma quando il vivente comincia a giocarsela è sostanza o processo? Le rappresentazioni della sua coscienza che gli consentono di giocarsela nel mondo rappresentano un mondo di sostanze o di processi?

Trasvalutazione di tutti i valori si o no

Nietzsche vive il dramma della democratizzazione della plebe dall’interno del sistema politico-culturale del vecchio mondo greco-romano-germanico, senza approfondire l’esame delle forze politico-economiche che stanno spingendo le aristocrazie più agguerrite, quelle occidentali, quelle anglo-nordico-atlantiche, a trasformarsi in aristocrazie militari e finanziarie creatrici di mercati e liberal-democrazia, la nuova potentissima macchina da guerra delle aristocrazie vincenti.
Nietzsche dal suo angolo visuale germanico-continentale vede nella democrazia il trionfo del corrotto spirito cristiano-giudaico, l’ascesa politica dei più deboli, dei malati, dei “mal riusciti” che prevalgono sulla salute dello spirito aristocratico traboccante di vitalità e di forza creatrice di valori. Ne desume la corruzione e il declino della “bionda razza di dominatori” e il trionfo della plebe.

domenica 29 marzo 2020

Emergenze riparatrici

Ogni processo di sviluppo genera squilibri. Si creano creditori e debitori, vincenti ad alto reddito e perdenti con redditi al limite della sopravvivenza. Nel commercio internazionale si creano paesi in surplus e paesi in deficit. Al più forte affluiscono copiose le risorse per diventarlo sempre di più.

Gli squilibri, crescendo oltre un certo limite, compromettono la posizione di tutti. Quando il rapporto tra forti e deboli assume carattere predatorio lo smagrimento delle prede diventa un problema per i predatori che debbono cominciare a mordersi tra loro.

Esibizionismo

Si parla per mettersi in evidenza.
Il mettersi in evidenza ha un raggio semantico abbastanza ampio nel dare un senso al parlare.

In un campo profughi stipato di affamati arriva un camion di viveri della Croce Rossa.
Tutti accorrono.
Un uomo in fondo non ha la forza di reggersi in piedi, raccoglie le ultime energie e urla “ci sono anch’io!”.
Parla per mettersi in evidenza.


(Dallo zibaldone del 20/11/2019)

sabato 28 marzo 2020

Cos’è la filologia?

Se si parla di filologia si parla di interpretazione e si parla quindi di un testo da interpretare. Anche la realtà è un grande testo, interpretarlo vuol dire dargli un senso. Un testo che nessuno sappia interpretare, perché non se ne conosce il linguaggio, è un foglio macchiato d’inchiostro, un oggetto senza senso. Il bambino, più di tutti il più piccolo, è avido di senso e lo pretende dalle storie raccontate dai grandi. Egli sente, vive, la sua realtà e il suo essere, come un testo.

Nella vita pratica spesso non c’è alcun bisogno della filologia, bastano le etichette, semplici segni, per fare funzionare le cose. Anche nei giudizi le etichette sono comode: quello è uno sciocco! quello la sa lunga! non possiamo sempre essere degli alpinisti che rampicano la parete dell’interpretazione.

Ma come può un fanciullo accontentarsi di un’etichetta, quale castrazione è un semplice segno per il suo impulso dominatore del mondo! No! La trama viva della realtà non è fatta di etichette, ogni oggetto ha una sua storia, un percorso, una genealogia, anzi molte storie, e ogni nuovo punto di vista fa emergere un senso più ricco. Rigirare il giocattolo da mille parti e riascoltare con rinnovata attenzione la stessa storia per trovarne un senso nuovo è il primo sforzo filologico dell’essere umano. Poi la stanchezza, da adulto, gli renderà bastanti le etichette.

Il caso è volubile ma non cieco

Gli eventi dell’universo sono il frutto delle combinatorie del movimento dei suoi elementi. Non tutte le combinatorie danno luogo ad eventi possibili. Ogni evento, per verificarsi, necessità di due condizioni: la presenza reale degli elementi che lo generano e il fatto che la loro combinazione rispetti i vincoli posti dalle leggi di natura.

Lo spazio degli eventi può essere quindi suddiviso in tre grandi categorie:
  1. eventi impossibili; 
  2. eventi possibili che non si realizzano; 
  3. eventi possibili che si realizzano. 

Ogni ente reale può essere descritto come un insieme di elementi, in viaggio sulla strada invisibile del possibile, che ad ogni passo, incontrando altri enti, può:
  1. dar luogo ad un nuovo evento reale; 
  2. dilazionare o perdere la possibilità di dar luogo ad un nuovo evento reale; 
  3. incappare in un evento impossibile dal quale viene risospinto sulla strada del possibile; 
  4. incappare in un evento impossibile dal quale viene annientato.