sabato 28 marzo 2020

Cos’è la filologia?

Se si parla di filologia si parla di interpretazione e si parla quindi di un testo da interpretare. Anche la realtà è un grande testo, interpretarlo vuol dire dargli un senso. Un testo che nessuno sappia interpretare, perché non se ne conosce il linguaggio, è un foglio macchiato d’inchiostro, un oggetto senza senso. Il bambino, più di tutti il più piccolo, è avido di senso e lo pretende dalle storie raccontate dai grandi. Egli sente, vive, la sua realtà e il suo essere, come un testo.

Nella vita pratica spesso non c’è alcun bisogno della filologia, bastano le etichette, semplici segni, per fare funzionare le cose. Anche nei giudizi le etichette sono comode: quello è uno sciocco! quello la sa lunga! non possiamo sempre essere degli alpinisti che rampicano la parete dell’interpretazione.

Ma come può un fanciullo accontentarsi di un’etichetta, quale castrazione è un semplice segno per il suo impulso dominatore del mondo! No! La trama viva della realtà non è fatta di etichette, ogni oggetto ha una sua storia, un percorso, una genealogia, anzi molte storie, e ogni nuovo punto di vista fa emergere un senso più ricco. Rigirare il giocattolo da mille parti e riascoltare con rinnovata attenzione la stessa storia per trovarne un senso nuovo è il primo sforzo filologico dell’essere umano. Poi la stanchezza, da adulto, gli renderà bastanti le etichette.

Nessun commento:

Posta un commento