sabato 4 febbraio 2012

I limiti della intelligenza artificiale

Mi pongo un interrogativo a cui vorrei dare una risposta affermativa (il che fonda su un pregiuzio tutto il mio ragionamento):

è possibile dimostrare rigorosamente che
un automa è utile per produrre lavoro
ma non può in alcun modo essere creativo?

Credo che un tentativo di dimostrazione possa partire dalla teoria dei livelli di organizzazione proposta dal biologo francese Henry Laborit.

In un organismo vivente tutti i livelli di organizzazione in cui si struttura la sua esistenza, dal livello cellulare a quello culturale e sociale, lottano per sfuggire alla morte.
Nella mia dimostrazione do ai termini di vita e morte un significato “tecnico” più estensivo rispetto al senso comune, intendendo vita e morte di tutti i livelli organizzativi in cui si struttura l’esistenza di un organismo. Non mi limito quindi al significato di vita e morte del livello individuale corporeo, la cui morte naturalmente trascina con se la morte di tutti gli altri livelli, ma mi focalizzo sul fatto che non vale il contrario, poiché, dalle cellule sù fino alla cultura e alla socialità, i vari livelli di organizzazione continuamente nascono e muoiono in un “metabolismo dei livelli organizzativi” che non ha mai tregua a nessun livello.

Fondamentale per il mio scopo è il riconoscimento della contiguità e della interconnesione tra i livelli organizzativo fisiologici e quelli culturali e sociali, ove sui presupposti “naturali” dei primi si innesca il processo “creativo” che porta alla nascita dei secondi, nello svilupparsi della vita degli organismi evoluti.

Fatte queste premesse mi pongo una domanda decisiva:
possiamo immaginare l’esistenza di ciò che chiamiamo creatività senza la continua tensione che in un organismo preme per generare, rigenerare e potenziare in forme sempre più evolute i sui livelli di organizzazione, sotto il costante assillo di sfuggire alla morte, nel suo significato secondo il senso comune, e “tecnico” come precedentemente definito? 

La risposta ad una domanda così complessa è al da delle mie possibilità, ma poichè tutto il mio ragionamento è pregiudizievole, faccio semplicemente ricorso all’intuizione e la risposta è NO, non credo possa esistere la creatività senza una pulsione a sfuggire alla morte.

Se tale risposta fosse difendibile, allora per raggiungere lo scopo ultimo della mia dimostrazione dovrei chiedermi:
la tensione tra la vita e la morte può essere programmata in tutti i livelli organizzativi in cui si struttura l’esistenza di un automa?
Anche questa domanda, come la precedente è al di la dei miei limiti, ma per la seconda ed ultima volta mi limito ad avvalermi di un concetto intuitivo: NO, non è possibile poiché allora avremmo un organismo vivente e non un automa.

Non siamo che al timido inizio di una dimostrazione rigorosa, non so quanto sarete rimasti soddisfatti, ma questo è tutto.

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