giovedì 28 ottobre 2010

Esaurimento o picco del petrolio?

Da qualche tempo il timore per un possibile, prossimo esaurimento del petrolio agita mercati ed opinione pubblica.
Risollevano gli animi periodiche notizie di scoperte di nuovi giacimenti o di aumenti delle stime della consistenza di giacimenti esistenti. Nuove tecniche di ricerca ed estrattive concorrono ad aumentare il potenziale di produzione futura.
Sono numerosi i fattori che rendono difficile stimare la quantità di petrolio ancora disponibile ed i tempi del suo esaurimento.

Dal lato della produzione abbiamo nuove tecniche di esplorazione che consentono di scoprire giacimenti prima non rilevati, nuove tecniche estrattive che permettono di recuperare petrolio da formazioni rocciose e fondali marini prima non accessibili e miglioramenti tecnici che aumentano la “resa” dei pozzi. Ogni produzione è il risultato netto tra petrolio recuperato e petrolio utilizzato nelle operazioni di estrazione, ridurre il costo energetico dell’estrazione aumenta la produzione.
Il consumo di petrolio a sua volta è influenzato dalla domanda di energia che è correlata allo sviluppo della economia mondiale, molto forte particolarmente nei paesi emergenti, Cina ed India in testa. Lo sviluppo di fonti energetiche alternative ha invece l’effetto potenziale di ridurre i consumi petroliferi.
Se è difficile disporre di previsioni attendibili su produzione e consumo futuri, non meno complesso è comprendere i termini del problema dell’esaurimento del petrolio e come interpretare i dati stessi.
Per quale motivo in ambito specialistico si parla di picco e non di esaurimento del petrolio?
Un esempio banale potrà essere di aiuto.
Ipotizziamo un’osteria dove il vino sia conservato in una grande botte provvista di un rubinetto dal quale l’oste riempe i bicchieri direttamente. Quando la sera il locale si affola di clienti che chiedono da bere è da quel rubinetto che dipende la capacità di soddisfarli. All’oste non basta preoccuparsi che la botte abbia vino a sufficienza, ma deve anche assicurarsi che dal rubinetto il vino esca con la velocità adeguata. Anche con la botte piena i clienti potrebbero restare senza il loro bicchiere di vino, se troppo tempo è richiesto per il riempimento. Qualcuno potrebbe pensare che ciò si risolva semplicemente nel disagio di una maggiore attesa ma non è necessariamente così. Se la capacità del rubinetto è troppo limitata in rapporto al numero di clienti, all’ora di chiusura qualcuno necessariamente dovrà tornarsene a casa senza avere bevuto il suo vino. Ora il problema affrontato nell’esempio è analogo a quello delle riserve di petrolio. Noi utilizziamo petrolio quotidianamente, per viaggiare, per riscaldarci o per produrre energia elettrica. Ci è di scarsa utilità sapere che esistono ancora grandi quantità di petrolio nei giacimenti esistenti, se questo petrolio non può arrivare quotidianamente alla pompa di benzina nella quantità richiesta. I tempi di estrazione sono altrettanto importanti delle giacenze disponibili.
Ma è proprio su questo punto che si prospettano i problemi più immediati. Se da un lato la sete quotidiana di petrolio è in continuo aumento dall’altro i giacimenti di petrolio purtroppo non sono come semplici botti, alle quali è sufficiente applicare un rubinetto. Essi si trovano a grande profondità nel terreno o sotto il mare. Agli inizi dell’era del petrolio bastava forse scavare un pozzo di pochi metri per vedere zampillare l’oro nero, oggi il petrolio rimasto si trova sempre a maggiore profondità. Estrarlo è più costoso, la produzione netta si riduce e richiede più tempo. Diventa sempre più difficile garantire quotidianamente la quantità di produzione richiesta, anche se nelle viscere della terra di petrolio ne abbiamo ancora una grande quantità. Il momento in cui non sarà più possibile aumentare la produzione quotidiana di petrolio per rincorrere l’aumento della domanda, e la quantità prodotta giornalmente si appresterà a diminuire, indipendentemente dalle riserve esistenti, viene detto dagli esperti “picco del petrolio”, “peek oil” in inglese. In termini pratici picco del petrolio significa produzione non più sufficiente per il consumo richiesto, detto economicamente la domanda eccede l’offerta quindi il prezzo deve aumentare fino a che la domanda non si adegua alla offerta disponibile.
Quanto detto pone in secondo piano i timori sull’esaurimento del petrolio, anzi credo si possa affermare che il petrolio difficilmente arriverà mai ad esaurirsi. Ne resterà sempre una grande quantità nelle viscere della terra, ma troppo costosa da estrarre.
Il problema in primo piano appare un altro, il prevedibile continuo aumento del prezzo del petrolio. Se aumento del petrolio dovesse significare anche aumento del costo dell’energia nel suo complesso le conseguenze sarebbero gravi per l’economia mondiale. Ma non è detto che ciò debba verificarsi, poiché esistono varie altre fonti di energia oltre al petrolio.
Comprendere il significato del picco di petrolio è un passo importante, ma solo preliminare per comprendere il più ampio problema dell’energia e della sua importanza per il nostro futuro.

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