venerdì 23 agosto 2019

I valori per chi viene prima e chi viene dopo

Un individuo e una generazione non possono dare a se stessi un sistema di valori. I valori si seminano e coltivano nell'animo di chi viene dopo.

L’uomo, od oltre-uomo che sia, se osa ergersi a creatore dei propri valori imita il folle che pretende di innalzarsi afferrando con le mani i propri capelli. Generazioni e individui possono invece creare i valori religiosi e morali dei loro successori.

Una civiltà è in perenne costruzione perché chi nasce non eredita per via genetica cultura e valori. Tradizione e nuovi interessi si contendono il senso etico dei nuovi arrivati che deve essere educato.

Il cucciolo dell’uomo nasce mancante e immaturo. La sua neotenia gli nega una guida naturale sicura, frutto di uno sviluppo istintuale completo, che lo renderebbe animale e gli eviterebbe la fatica di far crescere in sé ciò che lo orienta nella vita, lo umanizza, lo inquieta e lo fa sentire colpevolmente in difetto.

Non essendo la natura stessa a formare in lui il sistema di codici ove trovare le risposte per il suo adattamento egli deve aprirsi alla invasività degli strumenti di umanizzazione che la specie ha evoluto per via culturale. Una protesi che chiamiamo linguaggio sin da prima della nascita viene progressivamente innestata nella plasticità della sua immaturità neuronale. Egli imparerà dalle sue azioni a sviluppare il pensiero, ma imparerà anche che azioni e pensieri raramente arrivano a compiersi con soddisfazione se le parole e i simboli non riescono a chiudere, in qualche modo, il cerchio dei suoi schemi, dei suoi bisogni e dei suoi desideri.

Ma le parole come arnesi di casi particolari di adattamento non bastano per placare le inquietudini. I pensieri non legati ai saldi percorsi degli istinti non possono starsene calmi nel tumulto del corpo che cresce, e diventano pulsione che agita. Per placare il disordine l’animo ha un bisogno di intero e, se Hegel ha ragione, di verità. Per fortuna dell’uomo la parola è segno che può diventare metafora e racchiudere nel suo cerchio ogni mistero, opportunamente nominato, evocando interi e allontanando paure.

Ma nulla è concesso gratuitamente a chi deve completarsi tramite il linguaggio. Senza una Legge da rispettare l’intero non tiene e i pensieri e le azioni non hanno vigore. Una guida è necessaria e a tracciarla può essere solo chi è venuto prima, altrimenti non è mai salda. Solo chi ci ha dato la Legge può con un gesto, anche solo mimando con le braccia una corsa, accendere in noi il motore delle nostre maratone.

Non è una cosa misteriosa e irrazionale. Può sembrare lo sia per un individuo o una generazione, ma la sua razionalità semplicemente abbraccia più generazioni.

(Dallo zibaldone del 5/4/2016)

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