Se la natura trova nella morfologia del vivente una regolazione ed un limite alla velocità dell’espansione e dell’evoluzione, solo la disponibilità di energia condiziona la pervasività della macchina e un poco di ingegno geometrico il suo sviluppo. La macchina offre le più allettanti opportunità di intrapresa, ove investire risorse per accumulare rapidamente capitale e potenza. Non si fanno grandi e veloci fortune investendo sul potenziamento della natura e dell’umano. Pazienza e fatica di ingegno organico sono da sacrificarsi in grande quantità, per rendere la natura solo un poco più generosa. La macchina da soddisfazioni più rapide e vince a mani basse la competizione per guadagnare i voti degli uomini.
Razionalismo e potenza delle macchine incessantemente conquistano nuovi spazi, geometrizzando le coscienze e, in un circolo vizioso, producendo protesi per aumentarne la potenza geometrica, al prezzo ogni volta della perdita di un poco di organicità. La macchina è sempre in condizione di rilanciare l’offerta di nuove protesi che l’uomo non può declinare, perché ad ogni contrattazione è solo un poco di umanità che gli viene chiesta di cedere, in cambio di notevoli potenziamenti, e il negozio gli appare sempre un affare che sarebbe sciocco lasciarsi sfuggire.
Ma le piccole parti di sé, che ogni volta l’uomo cede alle proprie protesi, si accumulano in sottrazione alla sua dotazione di capitale umano e lo lasciano più indifeso di fronte alla macchina, che accresce il suo potere e ormai governa le protesi e la potenza che l’uomo crede sue.
lunedì 8 ottobre 2012
Il disagio di fronte alla macchina
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