La barriera del limite ecologico pone le potenze mondiali, che competono per espandere le proprie risorse disponibili, di fronte a scelte strategiche che non hanno precedenti storici.
La competizione per le risorse necessita della possibilità di espandere il limite ecologico globale o in alternativa della possibilità di trasformare la competizione economica in competizione militare per ottenere con la forza l’espansione del proprio limite restringendo quello altrui.
Dopo una corsa durata secoli, che si è fatta galoppante negli ultimi decenni, per l'accumulazione di ricchezza e potenza tramite sviluppo tecnologico, la prospettiva di uno scontro militare per l’accesso alle risorse appare terrificante e senza prospettive.
Se l’opzione militare è, auspicabilmente, preclusa e la barriera del limite ecologico globale si irrigidisce, perché il progresso tecnologico con cui si cerca di espanderla è rallentato dalla sua stessa fame di energia, non rimane che l’alternativa dell’amministrazione degli accessi alle risorse, che può avvenire in modo ordinato solo se sono normati i diritti di accesso e le norme sono fatte rispettare da una forza pubblica globale. Chi non si sottomette alla forza pubblica globale non è più un competitore né un nemico ma diventa un terrorista, un virus che l’organismo internazionale deve debellare e distruggere.
Vista in questa prospettiva la barriera del limite ecologico sembra quindi assumere le forme di un imbuto all’interno del quale è compressa la geopolitica mondiale, che si trova obbligata, obtorto collo, a produrre un ordine pacifico e competitivo al tempo stesso, che non può non essere gerarchico, all’interno del quale le potenze continuano a competere, mostrando i muscoli se il caso, per una posizione di preminenza nella gerarchia. Preminenza che comporta naturalmente diritti di accesso privilegiati e più ampi alle risorse.
Ma questo pone una serie di interrogativi:
- Con accessi amministrati e privilegiati alle risorse dove va a finire la competizione come strumento di regolazione del successo economico?
- La gestione amministrata nell’ambito di un equilibrio mondiale gerarchico tra potenze può limitarsi all’accesso alle risorse primarie e non estendersi ai processi produttivi e ai mercati? Potranno coesistere mercati delle risorse amministrati e mercati dei prodotti liberi e autoregolati?
- E il mercato del lavoro che fine farà? Potrà resistere come unico mercato libero e autoregolato tra mercati amministrati? Non sarà più coerente (necessario) amministrare anche l’accesso alle professioni?
Nessun commento:
Posta un commento